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Il caffè aumenta le aritmie?

Le bevande che contengono alte dosi di caffeina vengono spesse accusate di concorrere alla manifestazione di vari sintomi come palpitazioni, tachicardia, o battito cardiaco irregolare. Per tale ragione viene spesso suggerito alle persone con problemi cardiaci di ridurre o evitare l’assunzione di caffeina.

Ad oggi non vi è alcuna dimostrazione che nelle persone con problemi cardiaci sia indicato bere bevande contenenti caffeina senza che tale azione causi un aumento del rischio di aritmie, ma i risultati di alcune ricerche, indicano che l’uso a breve termine di tale principio non porti necessariamente a un aumento del rischio di aritmie.

Gran parte delle persone con insufficienza cardiaca, secondo lo studio effettuato su un ampio numero di partecipanti, può assumere moderate quantità di caffeina senza correre gravi rischi di aritmie. I risultati mettono, quindi hanno messo in discussione la nozione intuitiva che assumere caffeina dovrebbe essere controindicata o impedita ai pazienti con disturbi cardiaci e a rischio di aritmia.

Ma allora il caffè fa bene?

Sicuramente diversi altri studi hanno correlato il consumo di caffè a benefici per la salute grazie ai suoi potenziali effetti antiossidanti e antinfiammatori, ma riteniamo importante sottolineare quanto questo non significhi che il caffè sia un anti-aritmico o che un suo abuso non possa portare a complicanze cardio-circolatorie.

Nell'uomo la caffeina influenza tantissime reazioni biologiche: si tratta di interazioni che possono essere benefiche per l'organismo mentre altre possono portare agli effetti collaterali di questa sostanza. La conformazione chimica della caffeina fa sì che essa sia idonea a interagire con determinati recettori biologici che regolano la funzionalità del sistema cardiovascolare, endocrino e nervoso.

Se assunta con misura e rispettando i livelli indicati dal proprio medico, la caffeina può esplicare anche un'azione positiva sulla performance della maggior parte degli atleti.

In sostanza è bene non abusare comunque di caffè, anche perché può ridurre l'assorbimento e la biodisponibilità di alcune sostanze:

  • ferro;
  • creatina;
  • calcio;
  • riboflavina o vitamina B2.

Un eccesso nell’assunzione può portare anche a intossicazione da caffeina (oltre 500-1000 mg a seconda della sensibilità della persona) e porta a eccitazione smodata, nervosismo, insonnia.

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