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Come si leggono i valori delle analisi del sangue?

Le analisi del sangue, dette anche emocromo, sono uno strumento indispensabile per valutare lo stato di salute di una persona. Esse forniscono informazioni preziose sulle condizioni fisiche e possono aiutare i medici a diagnosticare malattie, monitorare trattamenti e rilevare eventuali anomalie. 

Naturalmente, è fondamentale rivolgersi al proprio medico per comprendere appieno i risultati delle analisi del sangue e come questi si inseriscono all’interno del quadro clinico. È infatti il medico l’unico in grado di integrare correttamente tutti i valori negli esami del sangue. Per citare un esempio specifico, un valore alto di VES non deve necessariamente essere motivo di preoccupazione se gli altri risultano regolari. In generale, è possibile seguire queste linee guida per leggere i valori ematici:

  • Un livello di VES notevolmente superiore allo standard potrebbe indicare uno stato infiammatorio, eventualmente connesso a tumori, patologie infettive, patologie autoimmuni
  • Il fibrinogeno è legato alla coagulazione e quindi alla guarigione delle ferite. Valori alterati potrebbero legarsi a un’anomalia nella coagulazione, in difetto o in eccesso
  • La presenza di glucosio nel sangue deve essere equilibrata, né troppo alta (iperglicemia), né troppo bassa (ipoglicemia). Nel primo caso, è possibile che il pancreas non produca insulina a sufficienza per attivare correttamente il metabolismo glucidico: ciò significa che gli zuccheri circolano liberamente nel sangue e possono nuocere alla salute. Ecco perché si tratta di un valore essenziale per la diagnosi di diabete o prediabete. Nel secondo caso, quindi con valori inferiori alla norma, la carenza di zuccheri potrebbe essere segno di una dieta sregolata
  • I livelli di AST e ALT vengono valutati in correlazione alla funzionalità del fegato, ma anche alla condizione di cuore, muscoli e ossa. Nello specifico, solitamente se i valori di ALT superano quelli di AST, è necessario indagare più a fondo sulla salute epatica
  • La concentrazione di ALP viene misurata per identificare patologie epatobiliari o delle ossa, così come per valutare il progredire di determinati trattamenti
  • Un livello eccessivo di creatinina è legato a una scarsa efficienza dei reni, che non riescono a filtrarla dal sangue e a portarla nelle urine
  • Se troppo presente nell’organismo, l’acido urico può essere un campanello d’allarme per diverse problematiche, fra cui gottainsufficienza renalecalcoli ai reni
  • Se circola nel sangue una concentrazione eccessiva di bilirubina (riconoscibile anche dall’esterno attraverso la tipica colorazione gialla della pelle), è possibile che alla base vi siano insufficienza epatica, anemia o talassemia. Se i suoi valori sono inferiori alla norma, possono rilevare anemia, disfunzioni renali o forme tumorali
  • Troppo colesterolo LDL potrebbe portare a patologie cardiovascolari, mentre il colesterolo HDL concorre a purificare l’organismo da quello “cattivo”: deve quindi stabilirsi fra i due valori un rapporto equilibrato e proporzionato
  • In caso di percentuale troppo alta di trigliceridi, aumenta il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari, pancreatite e malattie degenerative come l’aterosclerosi;
  • Il livello di albumina fornisce informazioni sulla nutrizione del paziente e sulla funzionalità epatica e renale. Se in gravidanza è normale individuare valori di ferritina inferiori allo standard, nei restanti casi possono evidenziare anemie, disordini nutrizionali (compresa la celiachia) o artrite reumatoide;
  • Sodio, potassio, calcio, magnesio (elettroliti): se sono presenti in misura inferiore alla norma, è possibile che il paziente soffra di malnutrizione o disidratazione, anemie, tumori oppure patologie che coinvolgono la tiroide o il cuore.